Il network si avvale di questo modello inclusivo? Sì, in quanto esso è in grado di gestire lo sviluppo dell’azienda e la funzione dei suoi collaboratori in maniera proattiva. In definitiva, esso suggella e coniuga l’importanza di due necessarie competenze dei propri consulenti: la adattabilità (intesa come capacità e disponibilità a fronteggiare le numerose e differenti richieste provenienti dai mutevoli contesti senza porre resistenze o preconcetti) e l’identità (intesa come consapevolezza delle proprie capacità, interessi, talenti e soprattutto progetti tali da poter essere tradotti in azioni).
La fabbrica senza l’uomo è praticamente impossibile. Al termine fabbrica sostituiamo pure quello di azienda o sistema e ci renderemo conto che il principio non cambia.
Il modello network, fondamentalmente basato su un criterio di proattività, accompagna i soggetti coinvolti verso una chiara acquisizione di consapevolezza circa la necessità di innalzare il proprio livello di impiegabilità all’interno dell’organizzazione. È per questo motivo che gli si attrubuisce una capacità molto particolare di agevolare le aspirazioni dell’individuo avvalorandone i meriti.
Lyoness, ad esempio, si è reso fautore del vantaggio di coinvolgere le persone (cioè gli individui con le proprie esigenze) osservandole nella loro quotidianità: come consumatori e come lavoratori. Il punto forte è quello di aver coniugato le esigenze complessive degli individui includendoli in un circuito che, per funzionare, ha bisogno di tutti.
Ci chiediamo, dunque: come far capire alla gente che il sistema myWorld funziona? Coinvolgendo le persone in maniera orizzontale, ossia dando a tutti (ma proprio a tutti!) l’opportunità di risparmiare entrando a far parte attiva del circuito e, volendo, pure di lavorarci dentro. In fondo, il ritorno di denaro consente di muovere l’economia in maniera sinergica tra persone e fra aziende; mentre il sistema network individua coloro che, in qualità di consulenti del mestiere, riescano a movimentare lo scambio interattivo in tempi rapidi e costanti.
E, allora, torniamo alla domanda dell’aneddoto di partenza: come riusciremo a convincere? Semplice. Con una maggiore ed accurata attenzione alle persone, uniche e sole fautrici di intelligenza emotiva in grado di spaziare con l’abilità della mente in ogni dove.